Il mal di schiena è un problema molto diffuso che circa l’80% delle persone sperimenta almeno una volta nel corso della propria vita. Nella maggior parte dei casi il dolore alla schiena si localizza a livello lombare. Il termine “mal di schiena”, infatti, viene comunemente adottato per indicare la “lombalgia”, ovvero il dolore alla parte bassa della colonna.
Lombalgia acuta o cronica
In relazione alla durata della sintomatologia si distinguono una forma acuta e una forma cronica. Nello specifico, la lombalgia acuta si manifesta con un dolore che compare a volte improvvisamente e persiste per quattro o sei settimane, spesso accompagnato dalla presenza di una contrattura muscolare della zona interessata. Il disturbo è molto intenso, a volte di origine traumatica in seguito ad eventi quali una caduta, il sollevamento di un peso o una lesione sportiva. Sebbene nella maggior parte dei casi il dolore si risolva grazie ai processi di guarigione naturale del corpo, altre volte la situazione evolve nella forma cronica. Si parla di lombalgia cronica quando la sintomatologia dura da più di due o tre mesi. La forma cronica si instaura spesso senza una causa apparente; infatti può essere determinata, oltre che da eventi traumatici, da varie forme patologiche che coinvolgono direttamente o indirettamente le articolazioni vertebrali.
Quali sono i SINTOMI del mal di schiena?
A seconda della causa della lombalgia, l’insorgenza e la tipologia dei disturbi possono essere differenti. Di seguito troviamo i sintomi più frequenti:
- dolore sordo e costante: può essere un dolore che si sviluppa lentamente nel tempo, causato da movimenti ripetitivi o posizioni che causano stress alle articolazioni. In questo caso i sintomi tendono a manifestarsi lentamente e a peggiorare progressivamente. Il dolore può svilupparsi dopo determinate attività o alla fine della giornata;
- dolore acuto e istantaneo (a volte urente): questo tipo di dolore si avverte normalmente dopo traumi o eventi improvvisi e può essere accompagnato da spasmi muscolari lievi o gravi. In alcuni casi il sintomo può non comparire immediatamente, ma in una fase successiva, ad esempio dopo ore o giorni dall’evento traumatico, quale effetto fisiologico legato ai processi di guarigione naturale del sistema muscolare;
- dolore a intermittenza: dolore che va e viene, ma peggiora progressivamente nel tempo. Questo tipo di dolore spesso è dovuto ad una malattia degenerativa e la frequenza del disturbo potrebbe aggravarsi progressivamente;
- ipomobilità, rigidità articolare, difficoltà ad eseguire le normali attività quotidiane;
- disturbo alla parte anteriore della coscia, che può coinvolgere anche il ginocchio;
- dolore alle anche o al bacino;
- dolore che parte dalla schiena e arriva a coinvolgere i glutei, i polpacci e i piedi. A volte si tratta di dolore pungente, formicolio o perdita di sensibilità lungo gli arti inferiori; in questo caso potrebbe trattarsi di lombosciatalgia. La sciatalgia è una patologia neurologica causata da un’irritazione del nervo sciatico, un nervo molto spesso che conduce lo stimolo nervoso alle gambe e ai piedi. Spesso si presenta solo da un lato del corpo, a volte invece è bilaterale.
Quali sono le CAUSE della lombalgia?
Nella maggior parte dei casi, la lombalgia può essere attribuita ad una condizione specifica della colonna vertebrale, derivata da problemi meccanici o da lesioni dei tessuti molli. A causa di ciò, può manifestarsi un’alterazione della corretta fisiologia delle articolazioni, dei dischi intervertebrali o delle radici nervose. Tra le cause più comuni si trovano:
- strappi muscolari, che derivano dal sollevamento di un oggetto pesante o da un movimento brusco (classico colpo della strega);
- traumi diretti, quali cadute sulla schiena o lesioni sportive, che procurano uno stress improvviso alle articolazioni;
- ernie del disco, che causano compressione delle radici nervose, con eventuale irradiazione verso gli arti inferiori;
- degenerazioni discali (il disco perde la sua naturale idratazione e invecchia);
- disfunzioni delle faccette articolari delle vertebre;
- stenosi spinale, che provoca dolore a causa del restringimento del canale vertebrale e della conseguente irritazione delle radici nervose;
- spondilolistesi (scivolamento di una vertebra su quella adiacente): può provocare disturbi alla schiena o alle gambe, sempre a causa della compressione delle radici nervose;
- artrosi diffusa a carico delle vertebre: forma degenerativa spesso dovuta all’età, a volte traumatica;
- malattie autoimmuni;
- scoliosi;
- fratture vertebrali;
- patologie tumorali;
- processi infettivi.
- disfunzioni dell’articolazione sacro-iliaca;
- sindrome del piriforme;
- artrosi dell’anca o del ginocchio;
- aderenze cicatriziali in seguito ad interventi per lo più in regione addominale o pelvica;
- fibromialgia;
- squilibri posturali e muscolari a carico del tronco o degli arti inferiori;
- cause viscerali: dolore riflesso viscerale, causato dalla sofferenza di un organo interno.
I RIMEDI per il mal di schiena – PERCHÉ RIVOLGERSI A UN OSTEOPATA
Se si soffre di lombalgia da tempo e non si riesce a trovare una soluzione, potrebbe valere la pena provare con la terapia manuale. Infatti, il mal di schiena è una delle principali condizioni per le quali le persone chiedono aiuto ad un osteopata. Prima di intraprendere qualsiasi percorso, è indispensabile escludere le patologie gravi attraverso indagini mediche appropriate; in secondo luogo è importante ricercare il motivo della lombalgia. Al primo appuntamento l’osteopata valuta tutti i sistemi corporei, per individuare la causa che ha determinato l’alterazione della funzione. A titolo di esempio, una difficoltà dell’intestino potrebbe provocare un mal di schiena; anche un problema posturale può determinare, nel tempo, dolore alla schiena; o ancora un problema della bocca. Quindi la ricerca della causa è di fondamentale importanza, in quanto l’origine del mal di schiena non sempre coincide con la zona del sintomo.
Cosa aspettarsi dall’osteopatia?
Nel caso in cui il mal di schiena non dipenda da patologie gravi, l’osteopatia può raggiungere grandi risultati e aiutare a ridurre il disturbo fin dalle prime sedute. Molti studi riportano che l’osteopatia è altrettanto efficace quanto altri trattamenti per il mal di schiena. Questi includono le terapie fisiche e i trattamenti medici. L’osteopatia lavora con la salute nel suo complesso e mira a garantire che tutti i sistemi funzionino in maniera coordinata, riportando le diverse parti del corpo in una situazione di equilibrio. L’obiettivo del trattamento osteopatico è quello di alleviare il dolore, migliorare la mobilità della colonna e risolvere le disfunzioni presenti nei differenti tessuti (articolare, viscerale, muscolare, fasciale), favorendo la ripresa delle normali attività quotidiane.
Come interviene l’osteopata nella cura del mal di schiena?
L’osteopata utilizza tecniche manuali per agire sul mal di schiena. A seconda della causa della lombalgia, il trattamento può comprendere:
- tecniche strutturali: agiscono su ossa, muscoli, tendini e legamenti, per il ripristino della mobilità fisiologica dei segmenti vertebrali;
- tecniche fasciali: favoriscono lo scorrimento dei tessuti, risolvendo le tensioni muscolari e legamentose e rimuovendo i fattori di infiammazione;
- tecniche di riequilibrio dei compartimenti diaframmatici, con particolare attenzione al diaframma addominale, che si ancora alla colonna e spesso causa un dolore a fascia;
- tecniche di normalizzazione viscerale: nel caso di coinvolgimento di organi o visceri nella sintomatologia lombalgica;
- tecniche craniali: mirano a rilasciare le tensioni membranose e a regolare la circolazione dei fluidi, favorendo la fisiologia del Sistema Nervoso Centrale.
Consigli quotidiani – Cosa fare o non fare?
Consigli e rimedi per prevenire e curare:
- verificare l’adeguatezza del materasso;
- non rimanere seduti per lunghi periodi fare attenzione alla posizione: cercare di tenere la schiena dritta, sia sulla sedia che in poltrona;
- fare brevi camminate quotidiane e dedicarsi abitualmente ad un’attività fisica adeguata;
- praticare stretching ed esercizi posturali specifici per alleviare il disturbo o per prevenirlo;
- se si lavora alla scrivania, cercare di alzarsi almeno ogni ora;
- evitare di guidare a lungo senza interruzioni: fermarsi almeno ogni due ore e camminare 10 minuti;
- mantenere il peso corporeo ideale, in quanto il sovrappeso aumenta il carico a livello dei dischi intervertebrali;
- usare una posizione corretta quando si sollevano dei pesi da terra, piegando le ginocchia prima di alzare il carico e tenendo il peso vicino al corpo;
- utilizzare un guanciale in mezzo alle ginocchia durante il sonno (decubito laterale con le ginocchia piegate).
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